Una corda sospesa sul vuoto, altre due a fare da corrimano: il ponte tibetano - quello tradizionale - non è certo un’esperienza per deboli di cuore. Un passo dopo l’altro sopra al vuoto, il vento nelle orecchie e il ponte che oscilla… che paura!
Per provare un’emozione simile,ma in totale sicurezza, non c’è bisogno di andare fino in Tibet (ma ve lo auguriamo, noi adoriamo viaggiare!). I ponti tibetani sono diventati un’attrazione outdoor molto diffusa nei parchi italiani, e il Lago di Garda non fa certo eccezione.
A differenza del ponte tibetano tradizionale in corda, i moderni ponti tibetani sono fatti di sicuri cavi d’acciaio tesi su una passerella, anch’essa in acciaio, che fa da camminamento. Nessuna paura, quindi! I ponti tibetani che troviamo nei parchi sono assolutamente sicuri. Ma vi assicuriamo comunque un’emozione da ricordare a lungo.
Prima di arrivare al ponte tibetano di Crero, a Torri del Benaco, eccovi alcune curiosità sui ponti tibetani. Lo sapevate che sono la prima forma di attraversamento sospeso? Il primo riferimento scritto a questi tipi di ponte sono nei documenti della dinastia Han, nel 200 avanti Cristo, ma l’origine è molto, molto più antica, tanto che - escludendo la possibilità di un contatto transoceanico precolombiano - il ponte sospeso semplice dev’essere stato inventato indipendentemente nella regione Himalayana e nel Sud America in tempi remotissimi.
Vicino a Torri del Benaco, per la precisione tra Pai di Sopra e Crero, in Val Vanzana, si trova un ponte tibetano lungo 34 metri e largo poco più di un metro, sospeso nel vuoto a un’altezza di ben 45 metri. Che impressione, vero?
Eppure è l’ideale per una gita avventurosa con i bambini, tanto è sicuro: il ponte è fatto di griglie antiscivolo in acciaio e protetto sui lati da una maglia metallica molto stretta.
L’oscillazione comunque è presente, e vi assicuriamo che è un’esperienza davvero eccitante!
Il Ponte Tibetano di Crero è stato costruito per collegare due importanti sentieri escursionistici, forse i più belli della zona, ovvero il Cai n.38 e il n.39. Per arrivare al ponte, quindi, è necessario prendere uno di questi due sentieri, godersi la passeggiata in mezzo agli ulivi del lago tra Malcesine e Garda e arrivare al “sentiero di mezzo” dove si trova il ponte.
Noi vi consigliamo di partire da Pai di sotto, prendere il sentiero n.38 e camminare lungo il percorso per circa 50 minuti, fino al ponte tibetano. Il primo tratto è asfaltato, ma la strada diventa prestissimo sterrata e si immerge in un bel querceto. Arrivati al ponte potete attraversarlo e poi tornare indietro per la stessa strada.
In alternativa si può arrivare in macchina fino al borgo di Crero e proseguire a piedi per il sentiero n.39.
In questo caso, vi consigliamo di fermarvi a visitare il borgo di Crero, da cui si può godere di una vista panoramica favolosa sul Lago di Garda e magari fermarvi per un pranzo nel ristorantino del paese.
Per chi ama fare lunghe camminate, infine, consigliamo un terzo itinerario: partite da Torri del Benaco in direzione Pai. Al bivio per Crero salite sulla destra, visitate la chiesetta di San Siro e proseguite per la strada sterrata in mezzo agli ulivi fino al ponte. Attraversatelo e proseguite quindi sul sentiero 38 in direzione di San Zeno di Montagna. Un pranzo veloce al sacco (o al ristorante di San Zeno, perché no?) e di nuovo giù verso Albisano, fino a incrociare il Sentiero del Pellegrino, dove potrete ammirare anche le incisioni preistoriche d’arte rupestre, fino a tornare a Crero e quindi Torri.
L’intero itinerario si percorre in circa quattro ore, con un dislivello totale di circa 600 metri.
Vi assicuriamo che ne vale la pena!
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